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SFOM DA CAMERA

Venerdì 17 maggio ore 18:00
Castello Reale di Sarre

Gli appuntamenti di musica da camera al Castello Reale di Sarre. Ensembles dei laboratori di musica da camera della SFOM ed esibizione in forma pubblica degli esami finali degli allievi di flauto e violino della SFOM.

Referenti di progetto:

Massimo Bezzo, Frédéric Bonnin, Adriano Coluccio, Fulvia Corazza, Massimiliano Gilli, Gilbert Impérial, Andrea Maggiora, Alessandra Masoero.

Docenti e allievi coinvolti: 

Ensembles dei laboratori di musica da camera della SFOM

Flauto: Claire Andruet, Francine Barailler, Beatrice Montanari, Silvia Paoletti; Clarinetto soprano: Nicole Follioley, Giorgia Montanari, Aurora Gamba; Clarinetto basso: Alessandro Stevenin; Violini: Elodie Bozon, Océane Bozon, Alexis Buccella, Noemi Burtolo, Estelle Champrétavy, Alisée Empereur, Annalisa Foretier, Soulail Elter, Anita Gelmini, prof. Massimiliano Gilli, Sofia Righi, Eleonora Vallomy; Viola: prof.ssa Fulvia Corazza; Violoncello: Davide Andreo, Valentina Bussetto, Louis Montrosset; Pianoforte: prof. Massimo Bezzo, Ylenia Bioley, Alessia Dufour, Mirella Gherardi, Madeleine Montrosset, Manuela Moussanet, Irene Mozzato, lan Sandon, Rémy Savoye; Percussioni: Tiziano Bonnel, Federico Mei.

Venerdì 17 maggio, ore 18:00

 Omaggio a Sheila Mary Nelson 

Programma:

Sheila Mary Nelson, rinomata didatta inglese, negli anni ‘80 diresse un innovativo progetto di insegnamento di gruppo in una zona svantaggiata di Londra Tower Hamlets successivamente presentato in una serie di documentari televisivi in sei parti, Beginners Please.

Sheila Mary Nelson: Witches’ Night Out

Flauto: Emma Trevisan; Violoncello: Prisca Gelmini; Pianoforte: Francesca Serio.

 Tra musica Gipsy e musica classica 

Fin dai tempi più antichi, dal lontano Rajasthan indiano, la musica gitana e la musica zingara sono state tramandate oralmente e hanno costituito una fascinazione che ha influenzato da sempre la vena creativa dei compositori classici grazie alla vitalità, alla varietà timbrica e all’inventiva che la costituiscono. Gli zingari utilizzano, con grande passione e capacità, il linguaggio musicale basando i brani su due elementi di fondo: l’apprendimento di arie e melodie popolari dai luoghi di passaggio e l’estro individuale esaltato dalla frequente pratica dell’improvvisazione. Brahms e Dvořák, ad esempio, che hanno nutrito da sempre interesse per la musica popolare ungherese e hanno composto rispettivamente 21 Danze Ungheresi e Le Danze Slave per pianoforte. Secondo Bartók la musica degli Zigani magiari è autentica ungherese, ma giungendo alla fine ‘800 e agli inizi del ‘900 si divulgherà la musica ungherese originale con autori come Bartók e Kodály.

Samuel Coleridge-Taylor Gypsy song

Violino: Océane Bozon; Pianoforte: lan Sandon.

Vittorio Monti Tzarda 

Violino: Annalisa Foretier; Pianoforte: Madeleine Montrosset.

Johannes Brahms arr. Michael McLean  Hungarian dance

Georges Bizet Danza boema 

Flauto: Claire Andruet; Violini: Anita Gelmini, Elodie Bozon; Violoncelli: Davide Andreo, Louis Montrosset;

Pianoforte: Mirella Gherardi.

 Sulla via di Lipsia 

Nel 1705 il ventenne Johann Sebastian Bach si fece concedere un permesso dai suoi superiori della Bonifaciuskirche di Arnstadt per andare a Lubecca ad ascoltare Dietrich Buxtehude suonare l’organo nell’Abbazia di San Nicola, viaggiando a piedi per circa 400 chilometri. Questo viaggio durò diversi mesi ed è noto per aver avuto un impatto significativo modificando l’artista stesso e il suo stile compositivo. Anche il laboratorio Sulle Strade di Lipsia propone la ricerca di un cambiamento, attraverso lo studio della musica di Bach e la pratica del suonare insieme, ponendosi in un viaggio musicale negli spazi infiniti della musica da camera. La Trio Sonata BWV 1039 è una delle opere che Bach ha scritto durante il suo periodo a Lipsia, dove ha lavorato come Thomaskantor e ha composto una vasta gamma di opere sacre e strumentali. La BWV 1039 è una delle sue poche sonate a tre strumenti, ed è scritta per due flauti traversi e continuo.

Johann Sebastian Bach Trio Sonata BWV 1039

Flauto: Beatrice Montanari, Silvia Paoletti; Pianoforte: Alessia Dufour, Manuela Moussanet.

 Le Tre Romanze per oboe e pianoforte op. 94 

Sono considerate tra le pagine migliori del repertorio romantico per oboe e qui presentate nella versione per flauto. Schumann le compone tra il 7 e il 12 dicembre 1849 e le offre alla moglie Clara, famosa pianista, come regalo di Natale. Le prime esecuzioni in pubblico sono posteriori di 7 anni rispetto alla morte del compositore e hanno luogo al Gewandhaus di Lipsia con Emilius Lund all’oboe e Carl Reinecke, compositore anche di sonate e concerti per flauto, al pianoforte. Le Tre Romanze, scritte in forma tripartita A-B-A, richiedono una grande solidità nell’emissione e nella fluidità del suono, unite a una forte componente espressiva.

I. Nicht schnell (non veloce) La Prima Romanza, dai toni malinconici, affida al flauto un tema espressivo e cantabile sostenuto dal fantasioso accompagnamento del pianoforte, in un dialogo riccamente intrecciato.

II. Einfach, innig (semplicemente, affettuoso) Simile alla prima, ma dai toni più sereni e solari, la seconda Romanza è caratterizzata da una melodia semplice e pacata, per poi incresparsi nella parte centrale (B).

III. Nicht schnell (non veloce) L’ultima Romanza è più ampia e vivace, l’andamento è simile a una ballata, interrotta da un delicato episodio centrale, particolarmente suggestivo, sostenuto dal controcanto del pianoforte.

Robert Schumann Tre Romanze op. 94

Nicht schnell 

Einfach, innig 

Nicht Schnell

Flauto: Francine Barailler

Pianoforte: Diego Mingolla

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